venerdì 7 giugno 2013

Colloquio di lavoro





- Il Dottor Pennetti la attende nel suo studio - mi disse l'usciere - Secondo piano, prima porta a sinistra.

Salgo sull'ascensore con un po' d'ansia: questo genere di cose mi fa sempre agitare.

- Buongiorno Dottore! - esordì Pennetti - E' arrivato un po' in anticipo vedo.

- Eh sì, non c'era traffico - mi venne istintivo scusarmi, come se l'essere arrivato prima fosse una colpa.

- Si accomodi nel mio studio, fra poco arriverà il nostro selezionatore, l'Ingegner Filosa. Intanto mi dica, come ha trovato il nostro annuncio?

- Mi è capitato di leggere uno di quei quotidiani gratuiti e lì ho visto la vostra inserzione.

- Bene! E se posso chiedere, cosa l'ha colpita della nostra inserzione?

- Ma, vede, in realtà c'era scritto solo che cercavate persone giovani per inserirle nel vostro organico. Siccome sto cercando un impiego stabile già da un po', ho pensato di rispondere al vostro annuncio per vedere di che tipo di lavoro si tratta.

- Questo glielo illustrerà meglio l'ingegner Filosa, che sarà qui a momenti. Per ora le posso solo dire che cerchiamo gente giovane e dinamica per vendere i nostri prodotti. Lei pensa di essere una persona dinamica?

Ci risiamo! Mascherata dietro l'allettante proposta di un impiego stabile si celava anche questa volta la proposta di fare il venditore. Ormai era la terza volta che mi veniva fatta una proposta del genere. Ma perché diavolo non lo scrivevano chiaramente sugli annunci invece di far perdere tempo alla gente? Decido di vendicarmi:

- Credo di sì, ho sempre svolto qualche genere di attività sportiva. Per esempio ogni due giorni vado a correre al parco.

Pennetti non si scompose nemmeno di fronte alla mia battuta idiota.

- Allora sicuramente non disdegnerà di correre avendo un fisso più un premio ogni volta che raggiungerà gli obiettivi stabiliti dalla mission. Che ne dice?

- Spero davvero che nella vostra missione abbiate stabilito di colpire solo obiettivi militari! - rispondo dando sfogo a tutto il mio inesauribile repertorio di scemenze - Non vorrei che morissero civili innocenti in questa guerra.

- Giovanotto, lei ha capito troppo bene la situazione in cui ci troviamo: il commercio è una guerra, e per poter vincere dobbiamo poter contare su collaboratori abili e fidati. Lei è automunito?

- Certo che sì, mi munisco sempre da solo. Si figuri che stamattina mi son vestito senza chiedere aiuto a nessuno!

- Ah, bravo! Vedo che lei ha toccato un punto importante della nostra professione: l'abbigliamento. I nostri dipendenti devono sempre mantenere una bella presenza.

- Se è per questo non dovete preoccuparvi, a scuola non ho mai fatto un'assenza!

- Ottimo, anche perché da noi il lavoro è tanto e abbiamo bisogno di gente motivata e volenterosa. Mi potrebbe compilare questo modulo con i suoi dati personali? Io intanto provo a contattare l'Ingegnere Filosa, che forse ha avuto un contrattempo.

Niente da fare! Questo Pennetti o è totalmente privo di senso dello humour o è più matto di me! Ma non posso dargliela vinta!

- Filosa purtroppo non verrà, ma ha detto che gli basterà esaminare i suoi dati e ascoltare il mio resoconto di questo nostro colloquio. Resoconto che sarà positivo, francamente tra tutti i candidati che abbiamo esaminato finora lei mi sembra quello più adatto!

- Si è candidata molta gente per questa posizione? - ritornai serio per un attimo, pentendomene subito dopo:

- Finora lei è il primo! Mi consegna per favore il modulo?

Perdo ogni speranza, questo Pennetti è davvero matto o fa finta di esserlo, ma non sono in grado di capire in quale delle due categorie inserirlo! Decido per un ultima gag, consegnando il modulo senza aver scritto il mio numero di telefono:

- Ma qui manca il telefono - esclamò Pennetti

- Dove?

- Qui, non mi ha lasciato il suo telefono, vede?

- Ha ragione, in effetti il mio telefono non è lì

- Dovrebbe lasciarmi il suo telefono, anche un cellulare va bene.

- Ah, non sapevo! Vede, il fatto è che credo di aver dimenticato il mio cellulare a casa, sul comodino.

- Ma non ha neanche un fisso?

- E' a casa anche quello purtroppo!

- Capisco. Ma stando così le cose non credo che potremo ricontattarla.

- Mi dispiace davvero tanto, non sapevo.

- Dispiace di più a me, mi creda. La accompagno all'uscita.

- Non si scomodi, faccio da solo. Arrivederla!

- Arrivederla!